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In occasione del 30esimo del gemellaggio con i Nativi americani, il museo Pier Maria Rossi di Berceto e l’Associazione culturale “Sentieri dell’arte” col patrocinio del Comune di Berceto e il sostegno della Regione Emilia Romagna, propongono dal 4 agosto al 16 settembre una serie di mostre dedicate agli indiani d’America e che, in linea con la filosofia che ha animato le esposizioni degli ultimi anni (Il grande male, Storie di vite usate), cerca di focalizzare l’attenzione su popolazioni oggetto di genocidio o di discriminazioni.
Il fulcro delle celebrazioni che culmineranno l’11 settembre, data ufficiale dell’anniversario, è la mostra fotografica “Figli del Grande Spirito” di Edward S. Curtis, celebre autore dell’imponente reportage sui nativi americani – il suo volume “The North American Indian” comprende 1500 immagini e 4000 pagine di testo – testimonianza fondamentale per la memoria di queste genti. Il lavoro del pioniere Curtis, frutto di una lunga esplorazione dall’Alaska al New Mexico dal 1906 al 1930, è molto più di una raccolta etnografica. Nei volti fieri dei capi, nella bellezza aggraziata e altera delle donne e nella pura innocenza degli sguardi dei bambini, ci restituisce la dignità calpestata di un popolo e l’anima di chi è ancora nell’integrità della natura, in fusione con l’universo. Le opere di Curtis qui presentate, 40 copie degli originali proprietà della Library of Congress di Washington, sono un patrimonio d’umanità per l’umanità. I valori di queste popolazioni indigene sono immortalati dai suoi scatti sapienti, carichi del rispetto e dell’ammirazione di chi le ha conosciute da vicino, ha vissuto con loro, senza filtri di pregiudizi o atteggiamenti di superiorità. Oltre alle foto sono esposti oggetti (armi, vestiario e copricapi) autentici dei Lakota Sioux provenienti dalla preziosa raccolta del collezionista fiorentino Alessandro Martire, presidente dell’Associazione culturale e ONG “Wambli-Gleska” e rappresentante ufficiale in Italia della Nazione Lakota Sicangu Sioux. Alcuni di essi sono stati utilizzati anche nel film “Balla coi lupi” di Kevin Costner.
A fare da cornice contemporanea alla rassegna principale è la mostra fotografica “Spiriti liberi” del pratese Alessandro Cocchi che si concentra soprattutto sulla spiritualità e sul rapporto con la natura dei Lakota di oggi, ripresi quasi cento anni dopo l’impresa pioneristica dell’americano.
Infine, due artisti che hanno incrociato la loro sensibilità con la saggezza dei nativi, ispirandosi, specie nei ritratti, sia alla propria personale suggestione che alle foto di Curtis: Eugenia Giusti, direttrice del centro Eos Laboratorio delle Arti di Parma e Bruno Pollacci, direttore dell’Accademia di Pisa.
La Giusti, da sempre innamorata della cultura nativa, ha dedicato agli indiani una serie di opere ad acrilico su tela di iuta, cercando di esaltare il loro spirito indomito con materiali grezzi e semplici oltre che con efficacia espressiva. Analogamente fa Pollacci con abilità grafica nelle sue tavole a sanguigna e a seppia, a carboncino e acquerellate. Entrambi rimandano i volti segnati e malinconici di questi lontani saggi, lasciando intravedere la nostalgia della libertà perduta, dei grandi spazi rubati dall’uomo bianco e facendo intuire il loro riscatto in sguardi offesi ma mai sconfitti, animati dalla forza degli elementi, del vento, del cielo, di bestie sacre e selvagge, di spazi sconfinati. Il Grande Spirito è ancora in quelle foto, nei ritratti su iuta, negli acquerelli, nei cimeli. E’ in quelle sale la vera America, la sapienza di Tatanka Yotanka (Toro seduto), il respiro della libertà che è venerazione per tutte le creature, devota contemplazione dell’universo, abbandono alla grandiosa bellezza che ci circonda.
A Berceto l’orizzonte si schiude all’infinito e pare quasi di sentire il galoppo dei cavalli cavalcati a pelo, il tam tam dei tamburi, i canti levati al divino Tutto di cui siamo parte. “Lascia che la vita che ti gira intorno ti attraversi l’anima” hanno detto i saggi Pellerossa. Ed è questo messaggio di rispetto, d’unità con la natura la vera salvezza anche per noi. Perché possiamo tutti essere degni figli del Grande Spirito.
Manuela Bartolotti
Ecco alcune foto dalla mostra: